Etica by design

Garantire che nessuno sia escluso, ma anche espandere quelle aree di libertà che potrebbero essere minacciate dal condizionamento algoritmico, affinché l’IA sia realmente al servizio della “Humana Communitas”. 

È con questo intento che la Pontificia Accademia per la Vita ha lanciato ieri una Call, rivolta a tutti gli attori della trasformazione digitale, per un comune impegno etico. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale deve essere strumento del bene, per l’umanità e per il pianeta, tenendo saldi i diritti umani fondamentali. 
La trasparenza, nel funzionamento e negli obiettivi, e il rispetto dei principi etici devono essere garantiti soprattutto in quelle tecnologie avanzate che più possono ledere i diritti umani, come ad esempio nel caso del riconoscimento facciale. Servono criteri e regole.
I principi etici devono orientare i sistemi di IA sin dalle fasi di ricerca e progettazione. Non è sufficiente occuparsi solo delle possibili applicazioni e usi.
Gli algoritmi non possono partire solo dai dati. Oltre ai valori numerici, devono contenere anche i valori etici.
Le macchine ci “narrano il mondo”, sottolinea Padre Paolo Benanti. Gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale cambiano il nostro modo di percepire e comprendere la realtà.
Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il Mons. Paglia, ha definito l’evento di lancio della Call “un incontro di speranza”, basato sull’amore e sul dialogo. Un incontro motore della storia, in una prospettiva universale, in cui l’intera famiglia umana, unica e plurale, costruisce futuro.
Una voce fuori dal coro in questo momento di paura collettiva.
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