Ci siamo distratti, e in un attimo, senza alcun preavviso, abbiamo dovuto prendere contatto con la morte e l’angoscia che porta con sé.
La nostra società ormai lontana dall’idea di una vita che inevitabilmente contiene in sé anche la morte, è stata travolta e stravolta. Un società che ha taciuto la morte, dimenticandola, ha dovuto cambiare anima.
“Una scalata su vette che rovesciano il senso comune e mostrano il limite delle nostre rel(azioni) con le persone e le cose, con la malattia e l’imprevisto, con lo smottamento delle placide certezze” per dirla con le parole di Alessandro Bergonzoni.
Tra il 20 marzo e il 2 aprile sono stati digitati su una tastiera più di 1 milione di tweet, in lingua italiana, per parlare, raccontare, esprimere i propri pensieri ed emozioni su un virus sconosciuto, il coronavirus, entrato di colpo a far parte delle nostre vite, condizionandole nel profondo.
L’analisi dei tweet (clustering non supervisionato) ha fatto emergere pattern di parole che ci aiutano a comprendere ciò che sta accadendo alle e nelle persone.
Da una parte, il prendere contatto con l’emergenza si articola in “re-azioni” difensive:
- Emanare decreti. Giuseppe Conte e l’attività del Governo nel prendere nuove misure. Chiudere, ordinanza, stop agli spostamenti, stretta, controlli, DPCM, mascherine, supermercato, il modulo di auto certificazione, denunciare, restrizioni, divieti necessari. La parola che più torna, in tutte le sue declinazioni, è CHIUDERE (chiusura, chiuse, chiuso…). Un verbo di significato generico, che è ben determinato solo in quanto opposto di aprire. Sbarrare un’apertura, fermare, assicurare una chiusura, ha anche in sé il concetto del terminare, porre fine, e indica in genere azione meno momentanea (Vocabolario Treccani).
- Combattere il Virus. Qui è l’attività medica e sanitaria in prima linea contro il Covid-19. Il medico, l’infermiere, l’ospedale, il farmaco, Avigan, la lotta alla pandemia, la ricerca di un vaccino, l’AIFA, la sperimentazione, il combattere il virus e cercare di superare la crisi, trovare una cura. Ma anche AIUTARE, donare, parlare, il volontariato, la solidarietà, il Papa. Tutte quelle energie vitali e umane in campo, in una grande azione comune contro il virus [dal lat. virus «veleno»].
- Restare a casa. Le persone rispondono all’emergenza mettendosi in quarantena. #iorestoacasa a guardare video, leggere, sentire gli amici, cantare su un balcone; è un grido di speranza #andràtuttobene. È trovare lo spazio per PENSARE.
- Credere alle fake news. Pandemia creata in laboratorio, non è vero che è stata causata dal virus del pipistrello. Il video del Tg Leonardo.
All’opposto, l’agghiacciante realtà della morte:
- Il bollettino quotidiano dei decessi, dei casi risultati positivi; Borrelli, l’aggiornamento delle 18.00, i dati, il numero dei tamponi eseguiti, dei ricoverati, dei guariti, della terapia intensiva; il SALIRE del numero delle vittime, la diffusione del contagio, il raffronto con la Cina, la Spagna, la Germania. È la presa di consapevolezza della drammatica situazione dell’Italia e del modo. È il dover fare i conti con il morire, con il crescente numero di persone che muoiono…
La forte sensazione di angoscia si supera attraverso tentativi razionali di controllo e gestione operativa (del Governo, dei medici, delle persone che restano a casa). Alla paura del “contagio”, all’angoscia di “morire”, all’incessante “salire” dei decessi si contrappongono il bisogno di “vivere”, la spinta a “sperare”, ma anche la necessità di “chiudere” e l’energia del “combattere”.
Diversi gli attori e le figure retoriche rappresentate. La “gente”, protetta e chiusa in casa, parla e, a volte, dà spazio a fake news, ed esotiche ipotesi di complotto (qui troviamo Burioni, che tenta di smontare le fake news, ma anche Matteo Salvini).
Intanto in campo, “a combattere”, ci sono i medici, gli infermieri, ma anche i sindaci e i rider, che in prima linea mettono a rischio la propria salute per soccorrere e aiutare gli altri. Qui c’è Papa Francesco, presente nel cluster “Combattere il virus”.
Il premier Giuseppe Conte, nelle ripetute conferenze stampa, decreta la chiusura delle attività, ma dà vita anche a misure economiche e di contenimento. Interpreta la figura dell’eroe buono che si contrappone al tragico e discusso bollettino snocciolato da Angelo Borrelli ogni sera nella conferenza delle 18.00.
Dati in relazione. Dall’analisi emerge la mappa dei principali campi semantici che compongono la reazione alla pandemia. L’informazione ci è data dalla relazione associativa delle parole tra loro, all’interno di ogni cluster, e dalla relazione di vicinanza o contrapposizione tra i cluster, nello spazio fattoriale. L’articolazione delle parole all’interno dei cluster esprime contenuto, e l’emergere di alcune parole “piene” fornisce indizi per interpretarne senso e significato emozionale. L’intento non è di misurare (per quello è meglio avere un campione statistico), ma di comprendere un fenomeno in corso ed esplorare i diversi mondi semantici (mondi di significato) che lo compongono.
Questa analisi fa parte di un progetto di ricerca più ampio che stiamo svolgendo in Culture in collaborazione con il prof. Paolo Ferragina, Ordinario di Algoritmi e Prorettore dell’Università di Pisa; Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva; e Marco Pratellesi, giornalista.
“Le parole sono l’humus nascosto, il presupposto non evidente e tuttavia indirettamente operante delle diverse forme di esperienza… Le parole circondano il presente, ogni istante del nostro presente…E dal presente più immediato si distendono verso il passato e si protendono verso il futuro, coinvolgendo anche pensieri, volontà e coscienze umane… Ogni parola ci lega alla storia.” Tullio De Mauro
————————
Elaborazione: Culture srl
Keyword: Coronavirus
Periodo: 20 marzo – 2 aprile
Tweet estratti: 1 milione