L’ OCSE ha appena pubblicato il nuovo rapporto biennale sulle prospettive dell’economia digitale “OECD Digital Economy Outlook 2017”. Si tratta di un rapporto molto articolato e approfondito, vi propongo una sintesi dei punti che ritengo più interessanti. (Testi e figure sono estratti da: OECD 2017, OECD Digital Economy Outlook 2017, OECD Publishing, Paris.)
“La trasformazione digitale, con la sua capacità di stimolare le economie, è considerata come una delle principali priorità dell’agenda globale… Nonostante si siano riscontrati progressi positivi nell’applicazione delle strategie digitali nazionali (le cosiddette National Digital Strategies) tra i Paesi dell’OCSE, il coordinamento resta la sfida maggiore. Solo pochi Paesi hanno incaricato un funzionario di alto livello o un organo dedicato alle questioni digitali e al coordinamento delle loro strategie digitali nazionali.”
Le componenti chiave dell’ecosistema digitale sono:
- Internet of Things (IoT),
- Analisi dei Big Data,
- Intelligenza Artificiale,
- Blockchain,
- Cloud computing, open-source software, robotics, grid and neural computing, virtual reality.
L’utilizzo delle tecnologie digitali è in aumento, ma è ancora distribuito in modo diseguale tra i Paesi e i gruppi sociali, soprattutto in riferimento al collegamento internet da mobile, all’e-commerce e alle operazioni bancarie online. Le persone anziane e meno istruite sono quelle che rimangono più indietro.
Gli utenti, incluse le persone con un alto livello d’istruzione, sono preoccupati dalla sicurezza online e dalla protezione dei dati personali, che sono entrambi ostacoli fondamentali all’utilizzo di Internet. Nel grafico che segue, le misure adottate dai Paesi per promuovere la privacy.
I Governi concentrano l’attenzione sulla formazione professionale, l’istruzione primaria e secondaria e destinano gli investimenti pubblici alle apparecchiature e alla connettività negli istituti scolastici. Le principali politiche adottate per stimolare l’innovazione digitale nei modelli di business e nel mercato riguardano: il miglioramento delle condizioni di contesto per incoraggiare l’innovazione digitale (adottate da 21 Paesi); gli incentivi agli investimenti in ICT (16 Paesi); lo sviluppo di competenze nell’analisi dei dati (13 Paesi); la promozione del cambiamento organizzativo interno e tra le imprese, come ad es. telelavoro e videoconferenze (12 Paesi); la revisione delle regole di competizione a favore di mercati sempre più guidati dai dati (7 Paesi).
Molti studi hanno analizzato la relazione tra adozione delle ICT, risultati aziendali e il contributo alla crescita economica e sono stati in grado di dimostrare l’effetto positivo della maggiore adozione delle ICT sulla produttività, sulla performance e sull’economia nel suo complesso. (Gaggle and Wright, 2014; Grazzi and Jung, 2016; Haller and Siedsclag, 2011).
Nel mondo delle imprese, le piccole e medie imprese (PMI) sono in ritardo nell’uso sia di base che avanzato delle ICT. L’uso del cloud computing e l’analisi dei big data stanno crescendo rapidamente, sebbene partendo da una base modesta.
I robot sono utilizzati sempre più spesso nel processo produttivo, ma solo in pochi Paesi, per ora. Giappone, Stati Uniti, Korea e Germania sono i paesi più “robotizzati” e insieme raggiungono quasi il 70% del numero totale dei robot operativi.
Infine, per quanto riguarda l’uso di servizi di e-government emerge una grande differenza tra i Paesi con ai primi posti la Danimarca e i paesi del nord Europa. Italia molto indietro…
OECD Digital Economy Outlook 2017 – © OECD 2017