Con il decreto “Io resto a casa”, l’Italia si è messa al lavoro da casa.
Tra paure e nuove abitudini, gli italiani si sono ritrovati “costretti” a gestire il proprio lavoro percorrendo nuove strade… quelle digitali.
Come sta andando?
Tra il 10 e l’11 marzo abbiamo estratto e analizzato circa 2.000 tweet, prodotti in lingua italiana, intorno alle parole chiave: iolavorodacasa, iolavoroacasa, iolavorosmart, smartworking.
La mappa che emerge, evidenzia tre principali aree tematiche (cluster di parole), lungo due direttici di senso:
– Portare l’ufficio a Casa. Il restare a lavorare a casa (e da casa), insieme a moglie e figli. Portare l’ufficio, i colleghi, il capo a casa, attraverso call, foto, telefono, parole. Rimanere connessi. Anni di abitudini e relazioni che entrano in contatto diretto con la casa. (#iorestoacasa, #Covid2019, #smartworking) VEDERE, INSIEME
– Scoprire lo Smart working. Aderendo all’esigenza di mettere in sicurezza la salute dell’Italia si cambia. Si diventa Smart. Lavoro agile per parlare e rimanere in relazione con le proprie persone, con i collaboratori. Grande produttività. Si segue una scelta informatica. Si guarda agli obiettivi. (#lavoroagile, #Coronavirusitalia) SCOPRIRE, CAMBIARE
– Gestire l’emergenza del Coronavirus on-line. Le aziende permettono e aiutano la gestione del nuovo attraverso webinar, misure di settore a supporto, consigliano modalità di gestione da remoto, sono pronte a condividere. (#Coronavirusitalia, #Covid19) AIUTARE, PERMETTERE
Da una parte il forte impatto emozionale dell’epidemia trova spazio dentro le mura domestiche. L’ufficio entra in casa, dove colleghi e capi si intrecciano a mariti, mogli e figli. Tutti insieme contro la paura del virus.
“Già abituati da anni a fare Smart Working in azienda, la cosa veramente nuova è invece essere tutti e 4 in casa, ognuno connesso sul proprio canale per la propria attività, con tanto di lezione via Skype… e vai con il secondo giorno!”
Per certi aspetti si rimane nel noto, nel familiare, si riporta lo sconosciuto, l’altrove, nel caldo del noto, del familiare.
Qui il verbo è VEDERE. Stare a vedere ciò che accade, ma anche vedere ed essere visti.
Dall’altra, si sperimenta.
Si scopre la possibilità di lavorare in smart working. Qui la scoperta sembra coinvolgere soprattutto chi deve gestire un gruppo di lavoro (collaboratori) e si interroga sulle nuove modalità di relazione, sul livello di produttività e sugli obiettivi da raggiungere. Qui i verbi sono: SCOPRIRE (nel senso di esplorare, ma anche togliere ciò che serve a coprire, togliere ciò che chiude) e CAMBIARE (rendere diverso, trasformare).
In Italia, nell’ultimo mese, le ricerche effettuate su Google del termine smart working hanno questo chiaro e netto andamento:
Ciò che sembra non evidenziarsi nelle conversazioni raccolte, riguarda il fenomeno del precariato. Il lavoro messo a rischio per tutte quelle persone, tante, che non sono entro rapporti di lavoro definiti e che, probabilmente, sono in pieno disorientamento. Per comprendere le loro parole gli hashtag utilizzati non funzionano. Ne occorrono altri.
Per questo aspettiamo i vostri suggerimenti.
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Elaborazione: Culture srl
Keyword: iolavorodacasa, iolavoroacasa, iolavorosmart, smartworking
Periodo: 10 e 11 marzo
Estrazione: 2.000 tweet